Blockchain e Criptovalute

Initial Coin Offering

Ogni persona informata ha bisogno di conoscere il Bitcoin perché potrebbe essere uno degli sviluppi più importanti del mondo“. (Leon Louw, premio Nobel per la Pace.)

Ho deciso nel 2016 di approfondire ulteriormente le mie conoscenze dedicandomi allo studio dei cambiamenti culturali ed economici derivati dalla nascita della finanza hitech, sviluppando le tematiche riguardanti i nuovi modelli di business ad essa legati e le influenze della tecnologia blockchain e dell’adozione delle criptovalute sulla new economy.

La Blockchain è un sistema peer to peer distribuito di ledger che, utilizza algoritmi che trattano i dati con tecnologie crittografiche e di sicurezza al fine di mantenere l’integrità del sistema. Tradotto, in modo più semplice, la Blockchain è una rete di registri, contenuti su computer separati tra loro e collegati ad internet, dove non esiste un registro principale; nella rete vengono utilizzate delle procedure che, trattano i dati con tecnologie crittografiche e di sicurezza, al fine di avere un sistema che non produce errori, nel quale i dati non vengono persi o modificati in modo errato e, infine, dove nessuno può accedere alle informazioni per le quali non ha l’autorizzazione.

Più che una tecnologia è un paradigma, un modo di interpretare il grande tema della decentralizzazione e della partecipazione. Per questo, come è giusto che sia, esistono diverse declinazioni, diverse interpretazioni e diverse definizioni della Blockchain.

La Blockchain è una tecnologia che, permette la creazione e gestione di un grande database, distribuito per la gestione di transazioni condivisibili tra più nodi di una rete. Si tratta di un database strutturato in blocchi, (contenenti più transazioni) che, sono tra loro collegati in rete in modo che ogni transazione avviata sulla rete – e correlata da un Marcatore Temporale (Timestamp) – debba essere validata dalla rete stessa nell’”analisi” di ciascun singolo blocco. Ogni blocco include l’hash, (una funzione algoritmica informatica non invertibile che mappa una stringa di lunghezza arbitraria in una stringa di lunghezza predefinita) che, identifica il blocco in modo univoco e che, permette il collegamento con il blocco precedente tramite identificazione del blocco stesso.

La Blockchain risulta così costituita da una catena di blocchi, connessi usando la crittografia che, contengono ciascuno più transazioni. Ciascun blocco è per l’appunto anche un archivio storico di tutte le transazioni che, possono essere modificate solo con l’approvazione dei nodi della rete. Le transazioni possono essere considerate immodificabili (se non attraverso la riproposizione e la “ri”-autorizzazione delle stesse da parte di tutta la rete). Da qui il concetto di immutabilità.

La vera rivoluzione introdotta dalla Blockchain è rappresentata dunque dal Distributed Ledger (libro mastro distribuito) ovvero da una reale e completa logica distribuita, dove non esiste più nessun centro e dove la logica di governance è costruita attorno a un nuovo concetto di fiducia tra tutti i soggetti. Nessuno (ma proprio nessuno) ha la possibilità di prevalere e il processo decisionale passa rigorosamente attraverso un rigoroso processo di costruzione del consenso, in assoluta trasparenza.

In sintesi, la Blockchain è un Libro Mastro (Ledger) trasparente, decentralizzato e crittograficamente sicuro per la gestione di transazioni su reti peer-to-peer (rete paritaria/paritetica).

È cioè una tecnologia che, consente lo scambio su internet, di informazioni e di diverse tipologie di valori. Sono tante le tipologie di transazione che, possono essere appoggiate e gestite con la Blockchain. Il payment è un esempio, così come le transazioni legate allo scambio di beni e servizi o così come la gestione di informazioni legate alla contrattualistica (Smart Contracts).

COSA VUOL DIRE CYBER CRIME?

Con la dicitura Cyber Crime, si vogliono indicare tutti quei “crimini informatici” che, vengono commessi mediante l’utilizzo della rete. Tale fenomeno con il quale, gli utenti dei sistemi informatici saranno sempre più chiamati a confrontarsi nell’immediato futuro, si caratterizza mediante l’utilizzo di condotte illecite messe in atto con l’abuso della tecnologia informatica sia hardware che, software.

Ne esistono varie modalità quali:

  • Gli attacchi alle infrastrutture critiche: tale crimine informatico è messo in atto al fine di danneggiare i grandi sistemi informatici delle aziende di stato o private o al fine di sottrarre ingenti valori mobiliari.
  • La Violazione del Copyright: non è altro che, la violazione dei diritti d’autore messa in atto sulla rete; infatti, l’avvento dei riproduttori ed in particolare del computer insieme allo sviluppo della rete internet, ha sottratto agli autori, uno dei cardini base del copyright. Infatti, il costo e la difficoltà di riprodurre e diffondere sul territorio le opere, ha fatto aumentare in maniera esponenziale il rischio di violazioni del diritto d’autore.
  • La Frode Informatica: consiste nell’alterazione di un procedimento di elaborazione di dati messa in atto allo scopo di procurarsi un ingiusto profitto.
  • La Violazione dei dati personali: consiste nel procurarsi indebitamente dati, personali o sensibili tanto più che con l’entrata in vigore del regolamento UE 679/2016 in tutto il territorio dell’Unione Europea tali condotte sono punite severamente.

ICO – INITIAL COIN OFFERING

Le Initial Coin Offering (meglio conosciute come ICO) sono oramai ampiamente diffuse nel mondo delle criptovalute e della blockchain e si stima che, nel solo anno 2017, siano stati raccolti circa 1,25 miliardi di dollari mediante tale strumento.

Le ICO sono una forma di finanziamento, utilizzata da start-up o da soggetti che intendono realizzare un determinato progetto, resa possibile tramite nuove tecnologie digitali. In estrema sintesi, per reperire dei finanziamenti si propone al pubblico, (normalmente tramite un cd. “white paper”), un progetto che, sarà realizzato tramite metodologie blockchain, mediante l’emissione di “token” da cedere, a fronte di un corrispettivo, ai soggetti finanziatori.

Grazie ad una idea rivoluzionaria, in un qualsiasi ambiente o settore professionale, qualora vogliate lanciare una startup, ma non vi siano sufficienti risorse finanziarie, una ICO può essere considerata come una forma alternativa di crowdfunding. Per un breve periodo di tempo offrite agli utenti la possibilità di acquistare la vostra moneta digitale, creata ad hoc, (più correttamente dovremmo parlare di token) che, servirà per pagare i servizi della vostra startup. Lo scambio avviene solitamente in ethereum o bitcoin. A differenza di un’offerta pubblica iniziale (IPO), chi investe in una ICO, non arriva a possedere una quota di proprietà della azienda che, emette in token. In altre parole, non acquista né lo status di azionista né quello di obbligazionista. Acquistata la criptovaluta – token della start-up emittente, si avrà l’aspettativa di un apprezzamento del suo valore.

Perchè ad un imprenditore conviene lanciare un’ICO?

L’innovazione introdotta da un’ICO, sta nel fatto di fa venir meno la barriera all’ingresso data dalla burocrazia, in quanto chiunque (sottostando alle regole della propria legislazione o di legislazioni che hanno regolamentato le ICO) può lanciare una ICO, rendendo più grande il bacino di partecipanti e quindi la quantità di finanziamento ottenibile, senza mettere in discussione la governance dell’azienda.

La struttura consulenziale da me creata coopera con l’impresa o la start-up al fine di lanciare la propria ICO, consentendo di dare sicurezza della realizzazione del progetto e dell’investimento, attraverso l’applicazione di strumenti giuridici appositamente studiati.

Nello specifico, si occupa di:

  • valutare i progetti innovativi da lanciare in ICO
  • analizzare l’applicabilità del progetto alla blockchain anche attraverso la specifica applicazione di “smart contracts”
  • supportare le aziende nella realizzazione di “white papers” finalizzati al lancio di una ICO
  • individuare la tipologia di token adatti per il lancio di nuove ICO, al fine di “monetizzare” il progetto descritto nel “white paper”.
  • supportare le aziende in tutta la fase di lancio del progetto di una nuova ICO
  • garantire sicurezza di realizzazione del progetto, sia per l’imprenditore, che per l’investitore, attraverso l’applicazione di strumenti giuridici ad hoc

Avete un progetto imprenditoriale da implementare? Parliamone.

SMART CONTRACTS

Altrimenti detti self-executing contracts, contratti blockchain, contratti digitali o contratti intelligenti, sono contratti che possono essere convertiti in un codice informatico, archiviati e replicati sul sistema e supervisionati dalla rete di computer collegati nella blockchain. Questo meccanismo risulta in un feedback continuo che va dal trasferimento di denaro alla ricezione del prodotto o servizio.

Gli Smart Contracts aiutano a scambiare denaro, proprietà, titoli azionari o qualsiasi altra cosa di valore in modo trasparente, senza conflitti e senza il bisogno di rivolgersi a un intermediario. Il modo migliore di descrivere gli Smart Contracts è di paragonare questa tecnologia ad un distributore automatico: basta inserire un bitcoin nel distributore automatico (ovvero il libro contabile o ledger) e la contropartita di cui si ha bisogno viene inviata direttamente. A questo si aggiunge che gli Smart Contracts non solo definiscono i termini di un contratto, ma li fanno rispettare automaticamente.

E’ bene precisare tuttavia che gli Smart Contracts non sono una novità da associare necessariamente alla blockchain. Essi sono stati oggetto di sperimentazione già negli Anni ’90 e sono stati ideati ben prima (intorno agli anni ’70), e hanno una loro specifica dimensione a prescindere dalla blockchain. Certamente il fenomeno blockchain ha permesso e sta permettendo di avere quelle garanzie di trust, fiducia, affidabilità e sicurezza che nel passato erano necessariamente delegate a una figura “terza”.

All’epoca l’esigenza era molto semplice e atteneva alla necessità di gestire la attivazione o disattivazione di una licenza software in funzione di alcune condizioni molto semplici.

La licenza di determinati software veniva di fatto gestita da una chiave digitale che permetteva il funzionamento del software se il cliente aveva pagato la licenza e ne cessava il funzionamento alla data di scadenza del contratto. Semplicemente, in modo molto basico, questo era uno Smart Contract.

La struttura consulenziale da me creata è in grado di gestire tutte le problematiche sottese alle Blockchain e agli Smart Contracts.

COSA SONO I TOKEN?

I token sono monete digitali offerte durante un’ICO (Initial Coin Offering) e possono essere considerate come equivalenti alle azioni acquistate nell’ambito di un’IPO (Initial Pubblic Offering). La grande maggioranza delle ICO emette token in cambio di denaro reale (dollari, euro o altra valuta “tradizionale”), il che consente agli investitori di accedere alle funzionalità di un particolare progetto.

Tuttavia, un’informazione più tecnica e dettagliata su questi valori, non può prescindere dalla precisazione che, un token è un’informazione digitale che tipicamente conferisce un diritto di proprietà ad un soggetto, sull’informazione stessa, la quale è registrata su una blockchain (o in altro registro distribuito) che, può essere trasferita tramite un protocollo ed, infine, può incorporare (o meno) altri diritti addizionali governati da un sistema di smart contracts.

Possiamo individuare almeno tre classi di token:

  • Token di classe 1 (nessuna controparte): il token (che in questo caso è una vera e propria coin) può essere trasferito tramite transazioni su blockchain che garantisce la non modificabilità delle stesse. Questa tipologia non conferisce diritti nei confronti di una controparte, ma ha solamente la funzione di registrare un diritto di proprietà del token stesso o l’esistenza (su blockchain) di un determinato soggetto/oggetto. In particolare il token non rappresenta alcun asset sottostante né il suo proprietario ha dei diritti ulteriori rispetto a quello di proprietà del token. Rientrano in questa categoria i token di criptovalute native i quali costituiscono delle unità di registrazione e rappresentazione di valore scambiabili tra soggetti diversi. Esempi sono Bitcoin, Bitcoin Cash, Litecoin, etc.;
  • Token di classe 2 (diritti verso controparti): i token di questa categoria, conferiscono ai proprietari dei diritti da esercitare nei confronti o del soggetto che, ha generato i token o nei confronti di terzi. Alcuni esempi possono essere:
  • Token per pagamenti di specifico ammontare: in questi casi il titolare ha un diritto di ricevere un pagamento per un importo specifico (al pari dei titoli cambiari conosciuti nel nostro ordinamento);
  • Token per pagamenti futuri: conferisce il diritto a ricevere dei pagamenti futuri, sulla base di determinate condizioni;
  • Token per la prestazione di servizi o il ricevimento di beni (anche immateriali): il titolare ha il diritto di ricevere una determinata prestazione o un bene dal soggetto emettitore o da un terzo che abbia stipulato accordi commerciali con questi. In tale ambito rientrano anche i token per l’accesso a infrastrutture informatiche, che possono anche avere le caratteristiche di criptovaluta nativa, e conferiscono la possibilità di utilizzare un’infrastruttura specifica di blockchain;
  • Token rappresentativi di asset: rappresenta il diritto di proprietà di un determinato asset (materiale o immateriale) e potrebbe anche rappresentare quote di partecipazione dell’entità giuridica emittente o di entità terze. Più in generale i token di classe 2 potrebbero essere inquadrati in quelli che, il nostro ordinamento conosce come titoli di credito, ossia “documenti” che, secondo l’art. 1992 c.c., conferiscono al possessore “diritto alla prestazione in esso indicata verso presentazione del titolo”, nelle varie tipologie di titoli cambiari, titoli obbligazionari o di prestito, titoli di partecipazione, titoli rappresentativi di merci e documenti di legittimazione;
  • Token di classe 3 (diritti di comproprietà): l’ultima categoria riguarda token che, hanno funzione mista, in quanto rappresentano una proprietà ma conferiscono anche diritti diversi, quali diritti di voto, diritti economici, etc. In questa tipologia il titolare non ha un diritto esercitabile verso l’emittente del titolo o verso un terzo.

Il tentativo di classificazione dei token sopra riportato è necessario al fine di determinare l’eventuale disciplina applicabile ad una Initial Coin Offering, in quanto, essendo assimilabile ad un’offerta rivolta al pubblico di un prodotto/servizio, è proprio il token – che, è oggetto della vendita – che garantisce al titolare dello stesso dei diritti differenziati secondo la suddetta classificazione.

La struttura consulenziale da me creata ha acquisito la necessaria expertise per consentire la realizzazione finanziaria di “progetti innovativi”, attraverso la individuazione di token adatti per il lancio di nuove ICO, al fine di “monetizzare” il progetto descritto nel “white paper”; ovvero di supportare potenziali investitori, privati o istituzionali, nella due diligence, acquisto e gestione connessi ai token.

WHITE PAPER

Il White Paper o “libro bianco” è una pubblicazione che, nasce da una ricerca effettuata da un’organizzazione, un’amministrazione, un’azienda su un determinato tema o problema, riflettendone quindi le opinioni e gli orientamenti, descrivendone il progetto.

Per un’azienda, un White Paper può riguardare un prodotto, una tecnologia emergente o un particolare settore di mercato.

Il White Paper, elemento necessario in una ICO, tratta in maniera molto dettagliata e approfondita il tema più importante per l’azienda che, intende raccogliere capitali intorno ad un progetto innovativo anche da un punto di vista tecnologico: può trattarsi di una ricerca originale su un mercato emergente, una tecnologia nuova, un prodotto, una soluzione, un insieme di servizi.

Esso è pensato per un pubblico motivato e selezionato: investitori, ricercatori, giornalisti specializzati, analisti di mercato.

Il linguaggio può quindi essere anche molto specialistico, ma mai a scapito della chiarezza e della precisione.

L’obiettivo del White Paper è convincere il potenziale cliente che, la soluzione, l’innovazione o il prodotto è quello che fa per lui, quello che meglio può risolvere i suoi problemi, oppure che, le competenze della azienda su un nuovo tema, un’esigenza particolare, sono uniche ed imbattibili.

Nelle aziende, soprattutto in quelle high-tech e in tutte quelle che, hanno prodotti e soluzioni di una certa complessità, i White Paper sono una componente essenziale del kit di documentazione di marketing. Questa pubblicazione fatta circolare sul web, è la prima fonte di informazione esterna per i decision makers nelle grandi organizzazioni.

I principali obiettivi del White Paper sono:

  • descrivere un prodotto/soluzione in modo esaustivo e dettagliato, nonché sottolinearne i vantaggi rispetto ai prodotti della concorrenza;
  • attirare l’attenzione su un tema emergente, che gli stessi clienti conoscono poco;
  • affermare autorevolezza e competenza in un determinato settore;
  • dare informazioni più approfondite ai giornalisti specializzati;
  • dimostrare che si conoscono a fondo i problemi del cliente.

E’ bene dunque adottare uno stile di scrittura il più asciutto possibile che, miri a convincere attraverso i fatti e non attraverso le parole, che fa ricorso a grafici, diagrammi e tabelle, che struttura fortemente i contenuti secondo l’ottica e l’esigenza del cliente.

Un White Paper è un documento approfondito e specialistico, e non può quindi che, essere un lavoro di équipe, in cui entrano diverse competenze e professionalità: i tecnici esperti del prodotto o della soluzione, i professionisti del marketing, i professionisti della comunicazione per la cura editoriale complessiva e la scelta dei canali di diffusione più adatti, e non da ultimo gli esperti legali.

Non è una novità, per gli addetti ai lavori, che molte imprese stiano cercando di far entrare nella loro istituzione la parola “blockchain” per ottenere maggiori vantaggi.

Molte start-up cercano infatti di vendere la loro azienda come un nuovo utilizzo della tecnologia blockchain, quando in realtà si tratta solo di una normale attività imprenditoriale.

I migliori White Paper saranno onesti sul perché la loro soluzione abbia bisogno della blockchain in modo effettivo e specifico. Molti progetti ammettono liberamente che, useranno la blockchain solo per la generazione di token e per una gestione intelligente dei “contracts”.

La struttura consulenziale da me creata realizza o supporta nella realizzazione di “White Papers”, finalizzati al lancio in una ICO, nonché supporta gli investitori nella due diligence tecnico-giuridica dei “White papers”, al fine di orientare verso un investimento sicuro.